Cure alternative e non [presentazione]
Ciao a tutti! Mi chiamo Cristiano, ho 32 anni e da 13 anni (almeno) ho il morbo di Crohn. Ho letto qua e là le vostre storie nel forum, nelle quali spesso mi ritrovo, e mi è venuta voglia di condividere con voi la mia esperienza.
Quando, a 19 anni, il primario di gastroenterologia dell'ospedale di Siena mi diagnosticò la malattia terrorizzandomi letteralmente e prospettandomi scenari di operazioni e tumori capii che quella della sola medicina ospedaliera non era la strada giusta, almeno per me, per affrontare il mio Crohn.
La buona fortuna ha voluto che mi sia messo nelle mani di un eccellente omeopata il quale, parallelamente alle sue cure, mi ha fatto prendere Asacol (seppur a dosaggi più bassi rispetto a quelli proposti dal GE), mi ha fornito una dieta personalizzata, e mi ha invitato a trovarmi un buono psicologo che m'insegnasse a conoscermi meglio.
Dopo alcuni mesi ho interrotto con l'Asacol e sono andato avanti benissimo con l'omeopatia per 12 anni, continuando a sfruttare gli strumenti ricevuti dall'analisi e da alcune tecniche meditative, oltre che la dieta.
Quest' anno, in seguito a un periodo molto molto difficile della mia vita, la malattia si è riaffacciata con la virulenza di una perforazione del tenue e la creazione di un ascesso.
Per la fase acuta della malattia mi sono nuovamente rivolto - su indicazione del mio stesso omeopata - alla gastroenterologia che mi ha aiutato, con gli antibiotici, a bloccare l'infezione e poi, di nuovo con l'Asacol, ad attenuare l'infiammazione.
Di fatto, però, continuavo ad avere dolori addominali piuttosto forti, l'ascesso non sembrava regredire e i medici volevano operarmi. E lì, ancora una volta, la medicina "alternativa" mi ha aiutato tramite una pranoterapeuta che nel giro di pochi giorni mi ha tolto i dolori.
L'ascesso, che i gastroenterologi ospedalieri mi dicevano non sarebbe andato via e anzi rischiava di esplodere, è invece sparito. In tutto questo, ho continuato e continuo ad assumere anche medicinali omeopatici.
L'idea che mi sono fatto ad oggi è che è estremamante improbabile che possa saltar fuori un medicinale che possa risolvere alla radice da un momento all'altro tutti i casi di una malattia complessa come quella di Crohn.
Ogni caso ha origini diverse, e diverse (e magari integrate) devono essere le terapie: non sempre i gastroenterologi agiscono in questo senso. Penso anche che dal momento che quella di Crohn è una malattia autoimmune, che ha anche origine in un disagio interiore, possa essere importante guardarci dentro per capirci un po' meglio, essendo pronti a metterci in discussione e a non perseverare in quegli atteggiamenti che possano farci del male.
Rispetto a questi temi mi pare che, almeno per ciò che ho visto io, i medici omeopatici siano più attenti; che si occupino più della persona e meno della malattia in astratto.
Ciò non toglie tuttavia che, nelle situazioni acute, o di urgenza, la medicina ospedaliera sia l'unica soluzione possibile.
Cristiano
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