Prima colonscopia
Ho affrontato la mia prima colonscopia come tutti, ovvero con la dovuta dose di paura. Non ricordo di aver provato dolori insopportabili, anzi tutt'altro. La cosa che però mi ha infastidito di più (e questo potrà sembrare strano) è proprio la sedazione o meglio gli effetti della sedazione. Non ho precedenti esperienze di colonscopia. Per me sedativo voleva dire una pasticchina da ingerire e non una endovenosa. Per sedativo antidolore io immaginavo una cosa che ti intorpidisse la parte bassa del corpo in stato di totale coscienza e non un sedativo ipnotico che per un breve periodo ti portasse in uno stato di semi-incoscienza privo delle normali facoltà e con perdita temporanea della memoria. Per lavoro pratico la libera professione di geometra e sono tenuto tutti i giorni a spiegare con estrema eloquenza ai miei clienti gli aspetti di una pratica edile perché di mezzo ci sono aspetti economici. Quando di mezzo invece c'è la salute l'informazione è delegata a zia Lea che aveva un polipo grande così, al barista all'angolo che dice di aver patito le pene dell'inferno, all'amico del cugino della sorella del cognato di nonna Edda che dice di non aver sentito nulla. Un informazione così....come si è sempre fatto...all'italiana. La naturale accondiscendenza sommata alla naturale sottomissione del paziente, consente di fatto, agli operatori medici di fare quello che ritengono più opportuno e che tu sia informato è l'ultima delle loro preoccupazioni. A fronte delle gravi patologie diagnosticabili con una colonscopia, mi rendo perfettamente conto che tutto il discorso sopra esposto cade ampiamente in secondo piano, tuttavia, ritengo che dato l'estrema semplicità che comporta spiegare le fasi dell'analisi, non riesco a capire perché non viene fatta, non riesco a capire perché ci debba essere questo divario ottocentesco tra paziente e istituto ospedaliero. Zia Lea comunque sta bene. Cordialità.
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