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Prime Domande Dopo essersi presentati, se indecisi su dove scrivere, i malati di Crohn, Colite Ulcerosa o Colite Indeterminata possono porre le prime domande in questa sezione. Le "Presentazioni" dei nuovi iscritti che contengono domande saranno spostate in questa sezione e lo Staff probabilmente dovrà modificarne il titolo. |
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15-05-12, 13:34 | #1 |
Occasionale
Data registrazione: 15-05-12
Messaggi: 7
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Help! Opportunità o meno dell'intervento chirurgico.
Sperando di non aver sbagliato sezione e scusandomi anticipatamente per questo, non prima di essermi presentato, volevo porre a chi di sicuro "ne ha viste più di me" un quesito.
Ultimamente, tuttavia, visto il ripresentarsi ad intervalli di 2/3 mesi di dolori crampiformi con annessa spossatezza ho deciso di approfondire il quadro generale e, fatto ciò, sono state evidenziate alcune stenosi di moderata entità. Dopodiché, nonostante attualmente stia benissimo, in questi giorni ho in ogni caso deciso di rivolgermi ad un chirurgo del S.Orsola per chiedergli un parere sullo stadio della mia malattia e sul possibile andamento. Bene, il responso è stato: "nonostante vi siano spazi per altre terapie (vista l'assunzione di sola mesalazina), io riterrei opportuno l'intervento chirurgico atteso che, prima o poi, dovrà comunque affrontarlo", con contestuale inserimento del mio nominativo nella lista di attesa. Orbene, mi/vi chiedevo: visto il pericolo di recidive postoperatorie e l'inclinazione a ricorrere alla chirurgia solo in casi estremi ma considerata soprattutto la non gravità della mia patologia (buono stato di salute: niente diarrea, dolori intermittenti, lunghi periodi di benessere, assenza di fenomeni occlusivi seri), farò davvero bene ad operarmi? La mia paura è quella di affrontare l'intervento e stare paradossalmente peggio di adesso (ripeto, ora sto bene). Grazie. |
16-05-12, 10:42 | #2 |
Moderatore
Data registrazione: 20-03-10
Messaggi: 896
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Ciao Jago, io sono affetta da RCU da 3 anni. Ultimamente sono sempre stata maluccio, sono diventata dipendente dal cortisone e così ho dovuto cambiare terapia. Adesso sono passata agli immunosoppressori dopo che la prima alternativa (mesalazina + cortisone) non va più bene. Ma il mio colon è ancora lì, al suo posto. Se io fossi al tuo posto (dici di stare bene e soprattutto il trattamento con sola mesalazina ti dà beneficio) non farei l'intervento, ma questo ovviamente è solo quello che farei/non farei io. Stai bene, che motivo c'è di essere operato? Ci sono tante altre cure prima di passare all'intervento chirurgico, gli immunosoppressori, i farmaci biologici... Io ti consiglierei di pensarci bene, perché se non hai problemi particolarmente invalidanti non vedo il motivo di affrontare un intervento. Ma è stato proprio il chirurgo a proporti l'intervento?
Oriana |
16-05-12, 13:08 | #3 |
Occasionale
Data registrazione: 15-05-12
Messaggi: 7
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Ciao Oriana e grazie per l'attenzione. Ebbene si, è stato proprio LUI a propormi l'intervento. Non so davvero cosa fare, sono molto confuso. Ho paura di pentirmi sia che scegliessi di operarmi che qualora decidessi di non farlo. Da quello che ho capito la sua filosofia è la seguente: meglio un intervento programmato adesso che uno d'urgenza domani. Ma il mio dubbio rimane: se dopo l'intervento ho una recidiva e devo rioperarmi? Cambierei veramente in meglio la mia qualità di vita? Uffa!
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16-05-12, 16:24 | #4 |
Socio ◊◊
Data registrazione: 26-07-11
Località: taranto
Messaggi: 246
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Ciao Jago, anch'io sono d'accordo con Oriana, l'intervento dovrebbe essere l'ultima spiaggia. Ci sono altre terapie, se anche quelle non daranno beneficio allora si potrebbe pensare all'intervento. Ti parlo sinceramente perchè anch'io ho avuto la tua stessa esperienza, ero ricoverata in ospedale perchè avevo cambiato ge visto che nella mia città non ero soddisfatta. Un medico dell'equipe dell' ospedale dove attualmente mi curo, mi disse senza tanta delicatezza della rimozione del colon, io spaventata scoppiai a piangere, ma non ho seguito il suo consiglio. Ad oggi vengo seguita da un'altro ge e assumo un'immunosoppressore e grazie a Dio tengo a bada la malattia, ovvio che faccio i miei controlli periodici ma per ora va tutto bene. Il mio consiglio è di sentire il parere di un'altro ge. A presto Patrizia
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16-05-12, 16:36 | #5 |
Socio Junior
Data registrazione: 28-03-12
Messaggi: 37
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Il problema è che prima o poi ci dobbiamo arrivare tutti all'intervento chirurgico, alla fine del nostro "percorso farmacologico", perchè l'organismo prima o poi non risponde più alla terapia. Spesso i medici consigliano di operarsi prima per non trovare il nostro organismo "martoriato" dagli innumerevoli farmaci che abbiamo preso, dato che, prima o poi, quasi tutti arriviamo all'intervento chirurgico. Ma questa è ovviamente solo una nostra scelta. Io da tempo ci sto pensando. E' comunque una scelta coraggiosa e quindi è giusto che venga presa con le dovute considerazioni. Di solito quando sto bene io mi dimentico pure della colite e penso che continuerò a stare bene per tanto tempo. Poi però quando sto male, stufo dei tanti farmaci, penso: "ma perchè non ci ho pensato prima all'intervento?".
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16-05-12, 17:46 | #6 |
Tutor
Data registrazione: 04-05-10
Località: paesino nei monti vicino a forlì
Messaggi: 506
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Premetto che non sono un medico ma parlare di intervento chirurgico a scopo precauzionale mi sembra davvero esagerato. Generalmente vi si ricorre se la terapia medica non sortisce più alcun beneficio. Tant'è che poi il quadro della tua malattia non sembra attualmente molto severo.
Un intervento chirurgico è sempre un intervento chirurgico e non è cosa da prendere alla leggera, specie se non sussiste una effettiva necessità. Io sentirei un altro parere, di un altro ge per fare effettivamente il punto della situazione e vedere se ne vale veramente la pena. Anche perchè molti di noi, non ci arrivano proprio all'intervento e si curano assumendo i soli farmaci. |
16-05-12, 18:20 | #7 |
Socio Assiduo
Data registrazione: 15-07-11
Località: Riva presso Chieri
Messaggi: 81
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Ciao Jago,
sono stata operata a dicembre dopo anni di anemia importante e subocclusioni che mi facevano star male tutti i mesi. Dopo colonscopie, rmn ed eco, l'intervento era stato programmato per togliere un pezzo di intestino dove c'è la valvola ileo-cecale. Mi avevano proposto anche la terapia con il biologico ma questo cicatrizzando le parti danneggiate aumenta il rischio di stenosi e occlusioni perchè rende meno elastiche le pareti, per questo motivo, in accordo con il ge, si è deciso per l'intervento. In realtà alla fine hanno trovato 2 stenosi che erano la causa delle mie subocclusioni, erano a più di un metro e mezzo di distanza quindi non hanno resecato nulla e fatto due stricturoplastiche. Dopo l'intervento mi è capitato di star male come "ai vecchi tempi" solo una volta, ora ci sono altri problemi, ma crampi e occlusioni praticamente sparite. Non so se le tue stenosi ti diano frequenti problemi e non so se l'intervento di cui ti hanno parlato è lo stesso che hanno fatto a me, se così fosse, forse potrebbe essere la soluzione. Io credo che comunque recidive e ricadute siano da mettere in conto. Aggiornaci mi raccomando! |
16-05-12, 19:39 | #8 |
Occasionale
Data registrazione: 15-05-12
Messaggi: 7
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Non vorrei essere ridondante ma tengo a precisare che io ho assunto sempre e solo mesalazina e che i miei disturbi (attualmente sto bene) si sostanziano in crampi (con la frequenza di 2 mesi) dovuti alla presenza di stenosi oltre a calo ponderale (ma niente diarrea o perdite ematiche). Quanto alle stenosi, tuttavia, sembra che siano fibrotiche e, conseguentemente, non suscettibili di essere eliminate con una terapia farmacologica ma, forse con l'AZA, tenute a bada. Su questo presupposto, e precisandomi che pur potendo tentare con i farmaci prima o poi dovrei in ogni caso ricorrere all'intervento chirurgico, il medico (uno o forse il più autorevole del S.Orsola di Bologna) mi ha consigliato di operarmi, riferendomi che è preferibile un intervento cd. "precoce" e programmato adesso, piuttosto che un intervento d'urgenza (posto in essere da un chirurgo che nn saprebbe dove mettere le mani) fra 1, 2, 3 o 5 anni che siano, tenendo a precisarmi l'effetto deleterio che una terapia potrebbe avere sull'organismo e sulle condizioni generali necessarie ad affrontare serenamente la sala operatoria. Ciò posto, il mio dubbio si fonda sulla probabilità di avere una recidiva post-operatoria (con conseguente nuovo intervento a breve termine) e, conseguentemente, pentirmi di non aver percorso la strada farmacologica sia pur tesa a procrastinare l'intervento stesso ma, quantomeno, a risparmiare per adesso un po' di intestino. Non so cosa pensare, è un bivio. Ascolto il mio istinto o l'autorevolezza di colui con il quale mi sono consultato? Soprattutto ove si consideri che già sono in lista e che, se decidessi di non operarmi, dovrei disdire per non rubare il posto a chi potrebbe averne più bisogno. E se poi disdico e mi aggravo? E' il cane che si morde la coda!
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16-05-12, 20:27 | #9 |
Socio Assiduo
Data registrazione: 15-07-11
Località: Riva presso Chieri
Messaggi: 81
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Credo che se ti abbiano proposto l'intervento è perchè in questo momento potrebbe essere il momento giusto per superarlo senza troppe difficoltà.
La mia situazione era simile alla tua e il pensiero di poter arrivare d'urgenza all'intervento magari con una perforazione intestinale o in peritonite mi spaventava tantissimo, soprattutto perchè in quel modo sarebbe aumentata la percentuale di possibilità di confezionamento di stomia. Purtroppo sul dopo non si possono fare previsioni neanche approssimative, io cercherei di avere fiducia in chi ti ha proposto questa alternativa. |
16-05-12, 22:54 | #10 |
Occasionale
Data registrazione: 15-05-12
Messaggi: 7
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Ciao Chiara, il mio nome è Giacomo.
Vista la comunanza delle nostre condizioni, volevo gentilmente chiederti alcune delucidazioni circa la portata dell'intervento, il decorso post-operatorio, la cura di mantenimento e, infine, ove possibile, se hai avuto recidive post-chirurgiche. Ringraziandoti anticipatamente per la disponibilità, ti auguro una buona serata. |
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