Ciao a tutti! Sono Alice, una ragazza di 19 anni e la mia storia con la colite è nata poco dopo la fine delle scuole medie. Ho cominciato a manifestare dei sintomi blandi come gonfiore, flatulenza e sensanzione di pienezza. Sintomi i quali, visto il periodo estivo, ero convinta fossero dovuti all'alimentazione o al massimo ad una comune influenza intestinale. Dopo una settimana in cui questi fastidi non accennavano a diminuire mi sono recata dal mio medico curante, che dopo un primo esame del sangue decide di darmi un normalissimo antibiotico a largo spettro, che non da gli effetti desiderati. Con il passare del tempo divento inappetente, perdo molto peso e oltre alla sintomatologia intestinale, ho sintomi delibitanti come nausea e vomito che non mi permettono di mangiare adeguatamente. La preoccupazione assale tutta la mia famiglia quando nelle feci comincia ad esserci del sangue, per il quale però il mio medico di famiglia e il personale del pronto soccorso non consigliano l'indagine istologica con colonscopia. Passano i due mesi d'estate (e che estate ragazzi) e i sintomi regrediscono in maniera spontanea, permettendomi di vivere al meglio il primo anno di superiori. L'anno dopo però la sintomatologia si ripresenta e questa volta, dopo tre settimane di inferno, io e la mia mamma optiamo per la decisione autonoma di eseguire una colonscopia: colonscopia che presenta evidenti infiammazioni ma che non definisce se si tratti di colite o di morbo di Crohn. Il gastroenterolo, probabilmente visti i miei 16 anni, decide di darmi una sorta di surrogato del cortisone, con il quale i sintomi regrediscono ma non del tutto. Da li seguono altre colonscopie che non danno gli esiti sperati, pertanto quest'ultimo mi manda da una sua collega, a quanto pare più qualificata, che dopo l'ennessima colonscopia finalmente mi prescrive il cortisone e degli immunomodulatori. Per tre anni sto da favola veramente, ma nell'ultimo periodo i sintomi si sono ripresentati anche se in maniera meno forte e preoccupante. Premetto che sono una persona molto sensibile alla tensione e che da settembre frequento l'università per diventare infermiera e forse tutto sommato lo stress non aiuta. Amo leggere, passeggiare, e ascoltare della buona musica. Spero che parlando un po' con voi riesca a sentirmi un po' meno sola

Un abbraccio.