Crohn Club Forum

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Vecchio 27-08-07, 21:07   #1
Cristiano
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Data registrazione: 27-08-07
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Predefinito Cure alternative e non [presentazione]

Ciao a tutti! Mi chiamo Cristiano, ho 32 anni e da 13 anni (almeno) ho il morbo di Crohn. Ho letto qua e là le vostre storie nel forum, nelle quali spesso mi ritrovo, e mi è venuta voglia di condividere con voi la mia esperienza.
Quando, a 19 anni, il primario di gastroenterologia dell'ospedale di Siena mi diagnosticò la malattia terrorizzandomi letteralmente e prospettandomi scenari di operazioni e tumori capii che quella della sola medicina ospedaliera non era la strada giusta, almeno per me, per affrontare il mio Crohn.
La buona fortuna ha voluto che mi sia messo nelle mani di un eccellente omeopata il quale, parallelamente alle sue cure, mi ha fatto prendere Asacol (seppur a dosaggi più bassi rispetto a quelli proposti dal GE), mi ha fornito una dieta personalizzata, e mi ha invitato a trovarmi un buono psicologo che m'insegnasse a conoscermi meglio.
Dopo alcuni mesi ho interrotto con l'Asacol e sono andato avanti benissimo con l'omeopatia per 12 anni, continuando a sfruttare gli strumenti ricevuti dall'analisi e da alcune tecniche meditative, oltre che la dieta.

Quest' anno, in seguito a un periodo molto molto difficile della mia vita, la malattia si è riaffacciata con la virulenza di una perforazione del tenue e la creazione di un ascesso.
Per la fase acuta della malattia mi sono nuovamente rivolto - su indicazione del mio stesso omeopata - alla gastroenterologia che mi ha aiutato, con gli antibiotici, a bloccare l'infezione e poi, di nuovo con l'Asacol, ad attenuare l'infiammazione.
Di fatto, però, continuavo ad avere dolori addominali piuttosto forti, l'ascesso non sembrava regredire e i medici volevano operarmi. E lì, ancora una volta, la medicina "alternativa" mi ha aiutato tramite una pranoterapeuta che nel giro di pochi giorni mi ha tolto i dolori.
L'ascesso, che i gastroenterologi ospedalieri mi dicevano non sarebbe andato via e anzi rischiava di esplodere, è invece sparito. In tutto questo, ho continuato e continuo ad assumere anche medicinali omeopatici.
L'idea che mi sono fatto ad oggi è che è estremamante improbabile che possa saltar fuori un medicinale che possa risolvere alla radice da un momento all'altro tutti i casi di una malattia complessa come quella di Crohn.
Ogni caso ha origini diverse, e diverse (e magari integrate) devono essere le terapie: non sempre i gastroenterologi agiscono in questo senso. Penso anche che dal momento che quella di Crohn è una malattia autoimmune, che ha anche origine in un disagio interiore, possa essere importante guardarci dentro per capirci un po' meglio, essendo pronti a metterci in discussione e a non perseverare in quegli atteggiamenti che possano farci del male.
Rispetto a questi temi mi pare che, almeno per ciò che ho visto io, i medici omeopatici siano più attenti; che si occupino più della persona e meno della malattia in astratto.
Ciò non toglie tuttavia che, nelle situazioni acute, o di urgenza, la medicina ospedaliera sia l'unica soluzione possibile.
Cristiano
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Vecchio 27-08-07, 22:16   #2
patt
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Benvenuto Cristiano tra noi e grazie per averci raccontato la tua esperienza. Ora quindi sei in cura sempre con l'asacol e cure omeopatiche giusto? Parlaci anche un pò di te, se ti va.
__________________
Patt
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Vecchio 27-08-07, 22:51   #3
Cristiano
Occasionale
 
Data registrazione: 27-08-07
Messaggi: 12
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Sì, attualmente prendo un Asacol ogni due giorni e spero tra un mesetto di sospenderlo. In più prendo un paio di rimedi omeopatici che spero, anche loro, di ridurre a uno al più presto.
Essendo la cura omeopatica costruita su misura non è detto assolutamente che i rimedi che funzionano su di me vadano bene anche per altri.
Bisogna ovviamente rivolgersi a omeopati bravi: i dilettanti e i faciloni, come ovunque, non mancano. E poi bisogna avere tanta voglia di star bene.
Non sono tra quelli che pensano che l'omeopatia si basi sull'effetto placebo (tutt'altro), ma sono anche sicuro che un medicinale funziona meglio se vogliamo che ci aiuti.
Almeno io la vedo così.
Per il resto, mi sono confrontato via via con altre persone che hanno il Crohn (siamo molti, e in aumento esponenziale), sfruttando un po' il mio mestiere (l'antropologo), e ho notato come in tutti noi siano presenti aspetti di disagio interiore che possono scatenare gli effetti della malattia. Per star meglio, nel mio caso ad esempio, mi ha molto giovato imparare a sfogare fisicamente e mentalmente la rabbia e lo stress, a non subire passivamente condizioni che mi frustravano nel lavoro o nei rapporti umani.
Sono ben lungi dall'avere perfetta coscienza delle mie emozioni, ma qualche miglioramento importante, col tempo, è arrivato.
Ovviamente il lavoro psicologico non è LA cura, ma è uno degli strumenti per accettare la malattia, prenderne consapevolezza, prevenirla e, parlo del mio caso, per affievolire o eliminare i sintomi.
Se la medicina ospedaliera tenesse più conto di questi aspetti, a mio avviso potrebbe fare passi da gigante.
Cristiano
Cristiano non è connesso  
Vecchio 28-08-07, 13:09   #4
nadi
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Ciao Cristiano. Ho letto attentamente ciò che hai scritto e, devo ammettere, con molto interesse. Anni fa anch'io sono stata in cura da un bravo omeopata che mi faceva molte domande e mi ascoltava con attenzione. Ero giovane e non capivo perchè facesse così...mi sembrava proprio uno psicologo. Poi ho smesso...per dei cambiamenti in famiglia che hanno distolto per qualche tempo i miei "impegni". Sono pienamente d'accordo con te sul fatto che ogni caso è a sè e per questo sono necessarie terapie e approcci diversi. Ed è vero che la medicina tradizionale non tiene conto abbastanza della persona, di ciò che "sente" e di come affronta la malattia. Di sicuro sarebbe di giovamento a molti di noi...dal punto di vista psicologico (e di conseguenza fisico!). Grazie per ciò che hai scritto. Ciao.
nadi non è connesso  
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