Il ruolo degli amici nella malattia

[Stefania]

Nei momenti difficili della malattia quanto contano o hanno contato i vostri amici? Vi hanno compresi o si sono dileguati alle prime difficoltà? Avete sempre avuto il coraggio di raccontar loro tutti i vostri disagi, oppure hanno avuto una sensibilità tale da comprenderli da soli?

[Alexx]

Ci sono amici con cui naturalmente ho condiviso la mia patologia, anche perché c'erano già dall'esordio, altri con cui ho sempre sviato o chiuso il discorso con un "niente di che, colite cronica". Questo perché il crohn è ancora un tabu', tante persone neanche sanno che esista e, a dir la verità, neanche io sapevo della sua esistenza, finché non me l'hanno diagnosticato. Alcune patologie si ignorano finché non ne sei dentro direttamente o indirettamente ma vicina a chi ne soffre.
La mia reticenza comunque nel dirlo è nata anche dal non aver voglia di star li a spiegare e spiegare cose dette e ridette, nasce dalla paura di rivivere sguardi pietosi, o espressioni allibite di chi nell'ignoranza non conosce la patologia e spacalanca gli occhi al sentir la parola morbo!
Ma con la mia patologia ho però potuto differenziare gli amici dai conoscenti: gli amici veri rimangono, i conoscenti fuggono.

[Ory90]

Gli amici per quanto mi riguarda sono fondamentali. Specialmente tre miei amici con cui frequento l'università! Mi aiutano sempre e mi mettono sempre a mio agio! Solo alcuni sanno della mia malattia e non tutti hanno ben capito di cosa si tratti, ma quelli che hanno compreso fino in fondo ci sono sempre.