Per cercare di non venir meno ai miei doveri, spesso e volentieri sono venuta al lavoro in "pessime" condizioni fisiche e psicologiche (soprattutto da tre anni a questa parte, influiscono quelle psicologiche), credo comunque che qualcuno all'inizio della mia malattia e soprattutto dopo il primo ricovero questo pensiero lo abbia fatto, ma si è dovuto ricredere con il secondo ricovero e l'operazione d'urgenza. In questi tre anni, i momenti di sconforto e la voglia di "nascondersi dietro ad un dito" sono stati tanti, ma ho sempre cercato di superarli e di non dare troppa importanza, anche perchè oltre a star male la sottoscritta, chi ha la peggio sono i miei due figli che hanno le antenne sempre all'erta e una sensibilità a volte spaventosa per captare situazioni di disagio. Una cosa è certa però, lo struzzo come tre anni fa non lo farò mai più, e se la malattia si rifarà sentire, cercherò di ascoltarla e di "zittirla" prima che faccia altri danni.
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Antonella
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