![]() |
|
Vivere il Crohn o la Colite Ulcerosa Raccontiamo le nostre storie e i nostri problemi quotidiani. Condividiamo le nostre ansie e le nostre paure, ma anche i nostri successi ed espedienti per vivere meglio la nostra condizione. |
![]() |
|
Strumenti discussione | Modalità visualizzazione |
|
![]() |
#1 |
Tutor
Data registrazione: 30-10-06
Località: Orbassano
Messaggi: 1.002
|
![]()
Ricordavo questa sezione ma non ricordavo che il mio pensiero era da aggiornare, e anche quello di altre persone noto.
Sapete quasi tutti che la vita sentimentale mi ha dato una bella batosta, una ferita che raramente si rimarginerà. Non posso parlare solo di cose negative, mi ha dato una persona che mi ha amato sopra tutto e tutti, una persona che mi ha dato tanto. Ora non so cosa mi riserverà, sicuramente sarà impossibile avere un altro Andrea.
__________________
Patt |
![]() |
![]() |
![]() |
#2 |
Reporter
Data registrazione: 01-05-10
Messaggi: 1.028
|
![]()
Beh aggiorno anch'io? Di quella meravigliosa fiaba di cui parlavo nel mio precedente post non rimane più nulla. A gennaio di quest'anno l'uomo che ho sposato, credendo davvero sarebbe stato per sempre, mi ha detto addio.
Dopo 12 anni di cui 4 di matrimonio, ha detto basta. Purtroppo tanti fattori hanno contribuito a far entrare in crisi il nostro rapporto e tanti segreti ho scoperto dopo. La mia malattia sicuramente ha avuto il suo peso. Non gli rimprovero di non avercela fatta, è umano. Gli rimprovero le modalità e tanti suoi comportamenti. Anch'io non so che mi riserverà il futuro, spero solo che arrivi qualcuno in grado di amarmi davvero per ciò che sono, anche "imperfetta" e " malata". Non rinnego nulla, ho amato moltissimo l'uomo che ha condiviso con me 12 anni e credo che anche lui per un bel tratto mi abbia amata, ma per fortuna mi sto staccando da quel mondo e da quella vita che non c'è più. E' un'elaborazione complicata, a tratti mi è parso di star rimanendo inchiodata al momento in cui se n'è andato, invece no, piano piano ritorno a vivere anche se il senso di fallimento ancora mi pesa.
__________________
yuna |
![]() |
![]() |
![]() |
#3 |
Tutor
Data registrazione: 17-02-12
Messaggi: 183
|
![]()
Beh, che dire... probabilmente la mia mazzata in diversi l'avete già letta nell'altro post che ho aperto.
A oggi le mie condizioni non sono migliorate, ne sul lato fisico ne su quello emotivo/sentimentale. Porbabilmente perchè sono collegati e la psiche influenza il fisico e viceversa. Questo circolo vizioso che non riesco a spezzare mi sta gettando in una profonda depressione che mi rende difficile vivere in maniera normale anche le cose più semplici. Anche a me è successo di essere abbandonato di punto in bianco da una persona che diceva di amarmi senza alcun dubbio fino a pochi giorni prima. Io da parte mia ho fatto dei grossi errori, ossia mettere la mia vita nelle sue mani senza esserne prima padrone io, affidarmi a lei e sviluppare una sorta di dipendenza affettiva che ora sto pagando in maniera pesante. Il distacco mi ha causato un dolore enorme, che è andato a inasprire quello che già la malattia mi stava causando. Abbandonato nel momeento di maggior bisogno. Mi sono sentito (e mi sento tutt'ora) buttato via, svalutato, e ho molta sfiducia nel futuro. Come si può pensare in momenti come questi di poter tornare a vivere una vita normale, che includa anche una relazione soddisfacente, quando ogni giorno le scariche ti tormentanto, quando il dolore del drenaggio posizionatomi alla sesta operazione per le recidive, mi impedisce di stare seduto normalmente? Quando le coliche mi svegliano la notte e mi costringono a correre in bagno? Lasciamo perdere qualsiasi discorso riguardante una vita sessuale... e purtroppo è un problema assai pesante, visto che sono sempre stato uno poiuttosto "attivo e vivace" in quello, cosa che infatto ora mi manca moltissimo della mia ex compagna, con cui avevo una splendida affinità (anche sotto altri aspetti). Come si fa a rimettere insieme i pezzi di una vita in cui mi sono "svegliato" e nulla è come la credevo? Lo psicoterapeuta che mi sta seguendo mi è di aiuto ma, probabilmente i tempi sono ancora troppo brevi per potermi sentire meglio. Se almeno non avessi questa maledetta malattia potrei buttarmi in mille attività diverse e vivere la mia separazione in maniera meno dolorosa, come tutti gli essere umani "normali". Invece non posso. Almeno non fino a che la situazione non si sarà stabilizzata, cosa che spero inizi domani col raddoppio della dose di Humira 40. Sentirsi gettati via così da una persona su cui avevi scommesso molto, pure troppo, è un dolore che non si comprende se non si prova. A volte per un istante la giustifico, cerco di capire cosa potrebbe essere il suo punto di vista. Ma se si dice di amare (e se c'è come detto sopra una formula che recita "in salute e in malattia") allora un smile comportamento mette in luce gli aspetti veri e reali del carattere della persona che ci è stata accanto, e si vede veramente chi è, e la solidità e sincerità dei sentimenti che provava, o diceva di provare, per noi. Tutti mi dicono "meglio che sia successo ora che non più tardi", magari con un mutuo sulle spalle... e sono daccordo, ma gestire due problemi simili contemporaneamente richiede una dose di forza e di volontà che al momento non so dove trovare dentro me stesso. Probabilmente la malattia nei casi come i nostri è solo la prova del nove a una relazione che non è solida e che finirebbe lo stesso, per un altro motivo; se l'amore è vero, non c'è malattia che possa impedire a due persone di andare avanti. Noi che frequentiamo gli sopedali ne abbiamo viste di coppie in cui il sano sostiene il malato... io sono sempre stato solo, lei non mi ha mai accompagnato (tranne alcuni sporadici casi in cui non poteva sottrarsi), nemmeno per i miei interventi. Se non avessi la famiglia accanto ora non saprei come fare. Scusate la lunghezza, ma sono giorni difficili, e probabilmente ho ancora bisogno di "vomitare" il dolore e l'odio che ho ancora dentro. |
![]() |
![]() |
![]() |
#4 |
Tutor
Data registrazione: 28-07-12
Località: Palermo
Messaggi: 210
|
![]()
Vorrei confidare a questa discussione pensieri che non ho mai nemmeno messo in ordine nella mia testa.
Sono due anni che sto con A. La nostra è una storia che, come tutte le relazioni, ha avuto i suoi momenti veramente critici, che per fortuna con molto dialogo e sicuramente con tanta voglia di stare insieme siamo riusciti a superare. Quando questo inverno ho iniziato a stare male, il mio ragazzo si è preoccupato molto per me. Quando poi tutto è degenerato mi è stato molto vicino. Quell'intera notte passata al PS, poi i ricoveri lunghi e debilitanti: ogni giorno con me, nonostante lavorasse dalle 8 di mattina alle 6 del pomeriggio no-stop alle sei e mezzo era in ospedale con me fino a quando le infermiere non lo buttavano fuori, per poi correre a casa a cucinare, pulire, lavare e assistere la sua mamma molto molto malata. Non ha mai detto una parola di lamento, di stanchezza, anche se io glielo leggevo negli occhi... Mi sentivo quasi in colpa, con la paura che si sentisse obbligato a venire in ospedale da me. Abbiamo perfino litigato per questo e non me lo perdono. Adesso che ho la mia diagnosi, lui si comporta in maniera molto particolare, a mio avviso. Mi sta vicino quando sto male, mi lascia i miei spazi se voglio stare sola e sta con me se voglio la sua compagnia, mi coccola, cucina per me tutte le cose che posso mangiare e le mangia con me (non mangia patatine fritte da 7 mesi per me...), capisce quando voglio uscire con gli amici e quando voglio stare a casa, condivido con lui anche le cose più imbarazzanti della nostra malattia e anzi cerchiamo il più possibile di riderci su. Però a volte mi sembra che non prenda sul serio la nostra malattia. Forse, per uno che vede ogni giorno una persona che sta praticamente morendo, la nostra malattia è quasi un compagno un po' fastidioso con cui convivere e basta. Non capisco se è incredibilmente forte o solo non si rende conto. So che la nostra non è una malattia grave, che siamo come tutti gli altri, semplicemente a volte mi sembra che non si renda conto di quanto difficile può essere convivere con questa cosa. Mi dice "se ci sto male non migliori di sicuro, quindi meglio essere allegri, così tiro su anche te"... condivido questa cosa, anche se ogni tanto lo vedo sul punto di esplodere. Penso che lui stesso non sia pienamente in grado di seguire la sua filosofia e ho terrore del momento in cui esploderà. Una volta in ospedale lo vidi così triste che gli chiesi e ottenni come risposta "mi sento uno schifo, lavoro tutto il giorno, vengo in ospedale da te che stai male, torno a casa e mia madre sta malissimo, poi lavoro tutto il giorno, vengo in ospedale... mi sento tremendamente". Mi colpirono moltissimo le sue parole, come se tutto d'un tratto l'uomo forte che avevo sempre visto, quello che mi sosteneva, fosse bisognoso di molto più di quello che potessi dargli. Da quel giorno cerco di sostenerlo anche io, per quanto posso, e di non fargli pesare la mia malattia. Certo ne parliamo, condivido con lui la paura dell'intervento, dei farmaci... lui con la sua sapiente razionalità cerca di far rientrare anche le mie eccessive reazioni emotive. A volte penso che il suo sia il comportamento perfetto, altre volte vorrei che facesse tutt'altro e glielo dico, ferendolo anche. Non so che fare, non capisco se sono io incontentabile o è solo il momento. Scusate se ho scritto molto e sono andata forse OT, ma avevo bisogno di condividere questi pensieri. |
![]() |
![]() |
![]() |
|
|
![]() |
||||
Discussione | Autore discussione | Forum | Risposte | Ultimo messaggio |
La mia vita col crohn | Aldo29 | Vivere il Crohn o la Colite Ulcerosa | 53 | 03-02-10 17:56 |